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Vecchia categoria: Palazzi
Palazzo Gerosa si distingue per l´aspetto barocco del XVII secolo che caratterizza questo edificio a dua piani. L´ingresso non si affaccia sulla via principale e quindi e´ esteticamente piu´ accentuata la sua facciata laterale, rivolta sulla scalinata tra la via e la Piazza Vladimir Gortan.
Questo effetto e´ ottenuto soprattutto al secondo piano con una finestra arricchita da molti elementi architettonici, il cui vero fulcro sono tre pigne di cirmolo. Tra tutta la famiglia, Emilio Gerosa ha lasciato un segno speciali nella storia della regione.
In qualita´ di ingeniere, ha contribuito alla creazione di progetti che hanno contraddistinto lo sviluppo di Capodistria e partecipato al progetto di bonifica dell´area delle ex saline e alla sistemazione delle zone paludose intorno alla citta´, nel periodo tra le due guerre mondiali.
Palazzo De Franceschi presenta all´esterno uno stile barocco, con interessanti elementi decorativi. Spiccano il portico su pilastria ricordare che parte dell´edificio e´ del XV secolo, e il portale rustico.
Oltre questi elementi esterni, il palazzo nasconde anche un cortile interno. A cavallo tra l´Ottocento e il Novecento, al piano terra del palazzo entrarono in funzione un ufficio crediti e una cassa di risparmio.
Il palazzo, costruito intorno a un nucleo piu´ antico dopo il 1600, e´ interessante anche per la sua storia, oltre che per l´eccezionale qualita´ architettonica.
La tradiozione narra che i Belgramoni persero al gioco il palazzo in una sola notte e che i nuovi proprietari divennero i Tacco, una famiglia nobile di Capodistria.
Dalla fine XIX secolo il palazzo e´ dedicato ad attivita´ culturali (biblioteca e museo). L´interno e´ arricchito dalle forme di una scala manierista che conduce a un ampio salone al primo piano, mentre il giardino retrostante ospita oggi un lapidario. L´edificio e´ sede del Museo regionale di Capodistria che comprende il patrimonio storico, etnologico, archeologico e artistico di Capodistria.
Il palazzo ha un piccolo cortile interno, mentre all’ingresso troviamo un portale barocco con in rilievo la raffigurazione di una testa d’uomo.
Nel 1774 l’edificio fu completamente ristrutturato in stile barocco.
Questo palazzo barocco a due piani risalente al XVIII secolo con la facciata riccamente adornata, si trova in un rientro a fondo cieco della Calegaria.
Il soprannome di Cameral ricorda i tempi in cui fu sede dell’ufficio tributario veneziano.
La facciata del palazzo è ricca di elementi decorativi.
La pianta irregolare dell’edificio rivela l’origine gotica di questo monumento architettonico barocco dal bellissimo fronte con balcone, il portale semicircolare nonché dal pittoresco cortile con una vera dapozzo risalente al 1418.
In principio proprietà della confraternita di San Clemente, nel XVIII secolo divenne dimora dei Carli, una delle famiglie nobili più antiche di Capodistria. Nel 1720 vi nacque il conte, enciclopedista e illuministaGian Rinaldo Carli.
Il palazzo ospita oggi anche la sede della Comunità autogestita Costiera della Nazionalità Italiana.
Il complesso del Palazzo Cadamuro-Morgante non è particolarmente adornato, il ché potrebbe indicare una minore influenza di questa famiglia aristocratica nella città o della sua tarda inclusione nella nobiltà cittadina.
La famiglia Cadamuro, originaria di Treviso, adottò il cognome della linea famigliare femminile Morgante solo successivamente.
L’edificio si compone di due assi centrali con balconi con parapetti in ferro battuto. Al pianoterra troviamo negozi e locali ristorativi.
All’inizio del XX secolo è stato posato al centro della facciata un rilievo in pietra del leone di San Marco, che precedentemente decorava il Castel Leone.
Durante il secondo dopoguerra il pianterreno fu adibito ad attività commerciali, mentre oggi rimane in disuso.
Interessanti sono anche gli interni con l’entrata, la scalinata e numerosi affreschi. Oggi rappresenta il ricordo dei proprietari, le importanti famiglie nobiliari Gavardo e Totto.
La fortezza aveva la funzione di difesa della città (e dell’Istria), ristrutturata nel XVII secolo e nel XIX fu demolita completamente da parte delle autorità austriache.
L’unica testimonianza del castello è il rilievo in pietra con il leone di San Marco, collocato nel 1924 sulla facciata del palazzo Gavardo.
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