Si dice che il nome di quest’abitato fosse legato alla famiglia aristocratica de’Cani che qui costruì una casa (la Villa Canum), conservata fino ad oggi. Sulla casa è ancora possibile notare lo stemma nobiliare della famiglia risalente al 1479.

La traduzione slovena del cognome (e in seguito del nome del paese) è “canino” ovvero “dei cani”, perciò in sloveno viene chiamato anche paese dei cani, gli abitanti “pesjani” ovvero “pisjani”. Questa traduzione è stata mantenuta dal 1300 (tempo in cui le popolazioni slave si insediarono nella regione di Capodistria) ad oggi.

Sebbene fonti scritte menzionino il villaggio già all’inizio del XIII secolo, ben cinque siti archeologici e un’intera area archeologica testimoniano dell’insediamento nell’epoca preistorica e in quella antica.

Il paese ha una chiesa gotica del XIII secolo dedicata all’Assunta, accanto alla quale sorge il campanile del 1841,tipico dell’architettura di Aquileia. Presso il cimitero si trova invece la Cappella della Madonna Addolorata, costruita nel 1858.

È interessante inoltre l’area del mulino, del ponte e del viadotto presso Brtuci. Il ponte in pietra risale al 1682, mentre il mulino e il viadotto sono del 1935.

A Dekani troverete anche la più antica stazione di trasformazione elettrica conservata sul litorale sloveno che risale al 1938.

La visita a Dekani non si può definire completa senza la visita della stazione della famosa linea ferroviaria a scorrimento ridotto che un tempo collegava Trieste a Parenzo – la Parenzana.

Con la sua struttura sportiva e la squadra di calcio di lunga tradizione, Dekani è considerato un paese calcistico.