Nella mostra vengono illustrate due delle peculiarità della Capodistria di un tempo: la sua suddivisione per contrade e la presenza di numerose chiese sopra un’isola che non superava i 36 ettari di superficie ed i cui stabili, così come oggi, arrivavano al migliaio all’incirca.

Anche se i rioni vengono riportati già nello statuto cittadino del 1423, non si sa esattamente quando essi siano sorti: inizialmente erano dodici per poi ridursi ad undici, in coincidenza con le porte cittadine, rimanendo in voga fino alla metà del secolo scorso. Allo stesso modo si ignora quanti fossero nei secoli gli edifici religiosi (in primo luogo chiese, battisteri e cappelle), probabilmente molti di più rispetto alla cinquantina che ancora si riescono ad identificare, così come i diversi conventi. Dimostrazione questa, unita alle supposizioni relative al tracciato della cinta muraria e all’esistenza di alcune strutture del sistema fortificato – in modo particolare di quelle poste sulla linea di dislivello geologico -, di come il retaggio culturale di Capodistria sia in buona parte ancora da scoprire.

Tali considerazioni emergono anche dalle due pubblicazioni dedicate al 400° anniversario della pianta della città di Giacomo Fino (Capodistria. Genesi urbana) e al 200° del catasto di Francesco I d’Asburgo (Il Catasto franceschino in Istria) con cui si chiude il programma che la Società umanistica Histria ha dedicato a questi rilevanti anniversari per la storia di Capodistria e dell’Istria.

Curatela:
Marijan Bradanović, Neža Čebron Lipovec, Dean Krmac, Tim Mavrič, Marina Paoletić, Deborah Rogoznica, Salvator Žitko, Ivan Zupanc, Matej Župančič

Ideazione e organizzazione:
Humanistično društvo Histria – Società umanistica Histria – Humanističko društvo Histria

Collaborazione:
Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” Capodistria – Skupnost Italijanov “Santorio Santorio” Koper