Nell’ambito del design grafico sloveno, Vojko Tominc (1953), è riconoscibile per la progettazione di manifesti, marchi di commercio, loghi e immagini grafiche aziendali, cataloghi, inviti, brochure e altri prodotti stampati. Come grafico, ha collaborato a lungo con le Gallerie costiere Pirano, disegnando inviti, cataloghi e manifesti per mostre occasionali. Nelle Gallerie costiere Pirano sono state allestite diverse sue mostre: nel 1978 alla Galleria Medusa 2 di Pirano, alle Gallerie Medusa e Loggia a Capodistria, nella Galleria A+A di Venezia e nel 2011 nella Galleria di Banka Koper a Capodistria. Le sue opere sono state esposte a più di trenta mostre collettive in Slovenia e all’estero e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste professionali (Graphis, Zoom, Marketing Magazin), e i suoi manifesti sono stati riconosciuti dagli specialisti del settore come opere di qualità superiore che trovano il loro spazio nelle antologie di manifesti sloveni degli ultimi decenni.
Assieme alla grafica, Vojko Tominc si dedica anche alla pittura che è costantemente intrecciata con il design grafico, tanto da averlo quasi soppiantato negli ultimi anni. “Negli ultimi dipinti che espone alla Galleria Medusa, Tominc costruisce rebus visivi in cui trasmette il suo pensiero critico sulle condizioni del tecno-feudalesimo attraverso una varietà di argomenti: l’indifferenza rispetto ai rifugiati, la pressione all’arricchimento e la brama di celebrità, le insidie della realtà virtuale, la persistente indifferenza e sconsideratezza dei più, la solitudine, il consumismo esasperato, il disinteresse per i diritti dei lavoratori e le dichiarazioni sulle differenze tra i generi. Il valore aggiunto di questi dipinti sta nel fatto che l’artista affronta questi temi cupi in modo umoristico, empatico e con il calore mediterraneo, mantenendo però intatta la loro carica critica. Le immagini sono diverse per formato e contenuto, le composizioni sono magistralmente costruite con l’ausilio di ritagli, angoli, rotazioni, suggestivi tratti astratti e colori simbolici, come solo un grafico preparato che padroneggia l’arte della tipografia e dei mezzi ottici è capace di fare, provocando così sensazioni e facendo pervenire i messaggi voluti.
Il potere visuale dei dipinti in mostra è dovuto alla sintesi di stili pittorici e pratiche grafiche. Alcuni dei dipinti della mostra vengono trasformati in manifesto, da sempre un mezzo espressivo preferito da Tominc. Gli elementi costitutivi dei suoi manifesti sono, prima di tutto, segni in cui trasforma i ritagli accuratamente selezionati dei suoi dipinti. La tipografia definita supporta la perfezione di questi manifesti, che possono essere letti da diverse angolazioni. La versatilità compositiva parla di inconciliabilità con le convenzioni tipologiche, dandogli un effetto multistrato e multi caratteriale. In essi combina immagini, lettere e segmenti d’arte accanto a colori simbolici. I manifesti diventano così un altro canale di lotta culturale.

Il processo di lavoro di Tominc, il modo in cui costruisce dipinti e manifesti non è mai rettilineo, in quanto è simile al processo dei simbolisti nella poesia, dove la nuova semantica non è mai chiaramente definita. Gli enigmi interpretativi di Tominc, le sue ambiguità artistiche che producono rebus visivi, rappresentano il punto in cui l’autore entra nella sfera ideologica dell’estetica liberale.” ha scritto il critico d’arte Vid Lenard.

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