Il Dragogna è un fiume di circa 30 chilometri di lunghezza, sul confine tra la Slovenia e la Croazia, nonché punto di incontro naturale tra l’altipiano carsico, il flysch e il mare Adriatico. La particolarità del Dragogna sta nel fatto che non dispone di una sorgente sola, ma di tante piccole sorgenti tra i monti della Savrinia, sotto ai paesini di Poletiči e Galantiči.
Il fiume con i suoi affluenti forma cascate, rapide, rifugi nella roccia, pozze e meandri. Si racconta che il nome Dragogna derivi proprio dalla sua forma serpentina (meandri) che ricorda quella di un drago.
Nella parte inferiore della valle, il fiume Dragogna, attorno alla sua foce, ha formato nel tempo una zona piana sulla quale si sono formate le saline di Sicciole. Dal 1990, il corso inferiore del fiume è protetto come patrimonio naturale.
È interessante sapere che nei periodi di magra il fiume si secca quasi completamente.
Sulle rive del fiume potete ammirare le piantagioni di ulivi, i vigneti e una serie di piante e animali che si sono adattate al particolare “ritmo” di questo fiume.
Un tempo, nella valle del Dragogna c’erano circa 40 mulini, dei quali oggi è possibile visitare due ristrutturati: il mulino Kodarin (sotto Koštabona) e il mulino di Mazurin (sotto Trsek), nonché i resti degli altri mulini.
Non perdetevi nemmeno la visita della cascata nei pressi di Trebeše, la cascata più alta nell’Istria slovena. Questa cascata di circa 20 metri di altezza è particolarmente interessante nei periodi di pioggia, all’inizio della primavera o ad autunno inoltrato, nonché d’inverno, quando spesso si gela, mentre nel periodo estivo di siccità solitamente si secca.